martedì 21 aprile 2009

Ambiente 2 - Cemento 1

Cielo grigio e refoli gelidi, questo il clima fuori e dentro il salone dei Dugento, dove si è tenuto l'ultimo consiglio comunale di questa amministrazione a cui Fare Verde era presente. Il clima, a dire il vero, si era guastato già qualche ora prima, quando la maggioranza si era spaccata, facendo mancare i numeri per l'approvazione del piano strutturale. Documento fondamentale per la gestione della città, sanciva però una vera e propria cementificazione dell'area fiorentina, con diversi progetti che sono finiti nel mirino della magistratura.

Altra vicenda grigia, era quella legata al Multiplex di Novoli, a cui molti comitati si erano opposti e posto sotto sequestro da parte degli inquirenti, ma anche sulla delibera che sanciva una sorta di sanatoria per tale progetto, la maggioranza è capitombolata, facendo scattare l'applauso dei cittadini presenti.

Purtroppo passa la delibera relativa alla variante del piano strutturale del c.d. "Mostro del Poggetto". Questione annosa, che dura ormai da più dieci anni e che vede la collina fiorentina, deturpata da un cantiere aperto e mai concluso. Rispetto al progetto originale, la variante prevede un dimezzamento della metratura prevista per la costruzione, ma non ce la sentiamo comunque di gioire, dato anche che la zona è anche a forte rischio idrogeologico.

Insomma tre delibere urbanistiche con importantissime ricadute anche sul piano ambientale. Tre delibere che hanno visto un modus operandi che ha lasciato i cittadini ed i comitati spesso ai margini, ma che almeno (due su tre) hanno avuto un lieto fine. Meglio, un "to be continued...", difatti non è ancora detta l'ultima parola, è ancora possibile che la prossima maggioranza approvi alcuni di questi progetti, soprattutto il piano struttrale, non appena insediata.

Speriamo che le forze politiche che ieri hanno fatto mancare il loro appoggio a questi progetti così pesanti ed impattanti per la vita di Firenze, non lo abbiano fatto per mero calcolo politico e continuino sulla strada della tutela di un patrimonio, quello ambientale, della cui importanza ci sta pian piano rendendo conto.

giovedì 16 aprile 2009

La sfida del secolo

Titolo: La Sfida del secolo
ed. 2006 - 16€ pp. 191
ed. 2008 - 9€ pp. 210

Quarta di copertina:
Per capire veramente il mondo in cui viviamo, e quello in cui vivranno i nostri figlia, bisogna capire l'energia. Non più argomento riservato agli specialisti, essa è diventata e diventerà sempre più il motore di cambiamento e chiave di lettura della nostra vita sociale, politica e privata.
Scritto in modo scorrevole, sotto forma di dialogo, questo nuovo libro di Piero Angela e Lorenzo Pinna entra nel vivo dei grandi problemi dell'energia: il “picco” del petrolio (ormai non lontano), l'esplosione dei consumi e dei consumatori nel mondo, la dipendenza dal Medio Oriente, i grandi giochi dietro il barile del greggio, le riserve di gas, le nuove prospettive del carbone, i problemi energetici dell'Italia, la reale portata delle rinnovabili, il nucleare, i rigassificatori, i tempi e i costi delle riconversioni, i rischi del non agire.
La sfida del secolo è anche un'opera di forte impronta civile, infatti intende lanciare un appello ai politici, ai mezzi di comunicazione e ai cittadini perché affrontino con un'urgenza prioritaria una questione che è strettamente legata anche al destino della nostra economia.
Un libro unico nel suo genere per completezza e semplicità, che si appresta a diventare un vero classico della divulgazione. Uno strumento necessario per comprendere a fondo il presente e il futuro prossimo, quello in cui i ragazzi di oggi diventeranno adulti.

Secondo noi:*
Rispetto ai soliti libri sul tema, questo si sofferma molto su un aspetto spesso trascurato, ovvero gli effetti, non solo economici, ma anche sociale e culturali, che la disponibilità di energia ha comportato e le conseguenze che potrebbero derivare da una sua scarsità.

Certo gli scenari che si prospettano sono sempre inseriti in una cornice di sistema invariato. Per intenderci, non è un libro sulla decrescita (tanto meno felice). Anche se parla di riduzione di consumi, di sprechi, ma tutto in un accezione di efficienza tecnica, che non meraviglia affatto nel padre della divulgazione scientifica italiana.

Per quel che concerne la trattazione dei vari capitoli sulle energie, il libro appare molto equilibrato, anche se, ad un occhio sensibile, alcune pecche possono saltare agli occhi. Una per tutte, si fa un accenno ai costi ambientali della produzione di energie rinnovabili (insomma, l'inquinamento dovuto alla produzione dei vari sistemi), mentre si tace completamente sugli elevati costi indiretti legati al nucleare. Diversi studi hanno posto l'accento sull'impatto ambientale di tutte quelle attività (estrazione, frantumazione, arricchimento, trasporto, costruzione centrali) che sono fortemente impattanti.

Forse un accenno alle potenzialità dalle smart-grid ed al contributo che le rinnovabili possono dare in questo settore, ed in generale parlare di produzione “decentrata” di energia poteva essere fatto. Ma forse sarebbe stato chiedere troppo per un libro che comunque inizia ad avere ormai 4 anni.

E' un testo divulgativo, quindi troviamo poco linguaggio tecnico, molti esempi ed in più, la forma del dialogo (c'è un finto interlocutore che pone domande e gli autori che rispondono), snellisce e rende facilmente fruibile il testo. Certo, alcuni punti vanno presi per buoni a prescindere o vanno approfonditi da soli.

In definitiva, un testo consigliato a chi si sente orfano di Quark e vuole approcciarsi al tema energia in maniera equilibrata, divulgativa e da un punto di vista più ampio che abbraccia anche gli aspetti culturali legati al tema.
*nb. la recensione è riferita all'edizione del 2006

mercoledì 8 aprile 2009

Che differenza!

Ieri è stato inaugurato a Firenze, in piazza S. Maria Novella, il sistema interrato di raccolta dei rifiuti. In cosa consiste: sostanzialmente il modello fiorentino, consta in un bocchettone esterno collegato ad un vano raccoglitore (il cassonetto vero e proprio) dotato di compattatore per diminuire il volume occupato dai rifiuti, in modo da posticiparne la raccolta.

E’ una soluzione che porta l’unico vantaggio di non avere i cassonetti a livello stradale e quindi di non essere a vista, ed è per questo che la scelta è caduta proprio per il centro storico. L’impianto fa parte delle misure anti-degrado che l’amministrazione comunale ha posto in atto per ridonare un minimo di decoro alla nostra città.

Noi di Fare Verde ci sentiamo di fare una chiosa al governo della città in quanto lo stesso risultato anti-degrado lo si poteva ottenere, e con risultati migliori, organizzando un sistema di raccolta differenziata “spinta”, porta a porta. L’uso della tecnologia non è sempre sinonimo di avanguardia ed efficienza. Tra l’altro, nell’impostazione seguita a Firenze, l’uso dei cassonetti interrati, posticipa ancora l’avvio della raccolta differenziata nell’aria del centro storico visto tra l'altro che i cassonetti sono previsti solo per l’indifferenziata, plastica e vetro.

Per una città come la nostra, che non brilla certo per la gestione dei rifiuti, il centro storico poteva essere una vera occasione, perché se è vero che le vie del centro, date le dimensioni, difficilmente possono ospitare cassonetti o isole ecologiche, è anche vero che si presta benissimo ad organizzare appunto, il sistema della raccolta differenziata porta a porta. C’è da sottolineare, tra l’altro, che non sarebbe una novità l’introduzione di tale metodo, dato che la raccolta della carta (in castrum ed extra castrum) e dell’indifferenziata (solo in castrum) viene effettuata “porta a porta”. Vale poi la pena ricordare, visto il periodo, che la raccolta differenziata spinta, crea molti più posti di lavoro se messa a confronto al sistema seguito fino ad ora cassonetti-inceneritore/discarica.

Inoltre anche il costo di tale sistema non è affatto risibile, oltre 240.000 per singola isola! Se si completasse il progetto, che prevede l’installazione in 9 piazze, si superebbero i 2 milioni di Euro!
Ci chiediamo a cosa serva spendere centinaia 2 milioni di euro dei contribuenti (perché Quadrifoglio è pagata dai contribuenti) per interrare dei cassonetti, quando alle porte di Firenze si è finalmente deciso di avviare un progetto di raccolta differenziata “porta a porta”. Insomma, sarebbe bastato partire dal centro, anziché da Peretola, per risparmiare (per ora) 244.200 euro. Visto che a Peretola non c’è alcuna difficoltà a posizionare i normali cassonetti.

Fa anche un po’ specie il fatto che ad una settantina di km da Firenze ci sia uno dei comuni con il più alto tasso di raccolta differenziata e che si avvicina sempre più allo scenario “rifiuti zero”. Certo le differenze tra Firenze e Capannori sono molte, non fosse altro per la differenza di abitanti e per il continuo afflusso turistico che contraddistingue la prima. Ma certo è un esempio che mostra come il sistema di gestione rifiuti fiorentino abbia ampi margini di miglioramento. Poi, se paragonare Firenze a Capannori è difficile, un miglior grado di approssimazione lo possiamo trovare se consideriamo solo il centro storico della prima.

L’appello di Fare Verde, visto anche che ci avviciniamo alla campagna elettorale, è che i candidati sindaco prendano in seria considerazione la possibilità di rivoluzionare il sistema di gestione dei rifiuti, dando una spinta alla raccolta differenziata, introducendo il “porta a porta” in tutta l’area metropolitana. Renzi tra i suoi “100 punti” ha proprio l’implementazione del sistema dell’interramento, ci auguriamo che ci ripensi.

Non è più possibile nascondere la testa (e la spazzatura) sotto terra, e sperperare i soldi dei contribuenti. La via è stata indicata dall’Europa con leggi precise che l’Italia ha recepito e che deve seguire. Non possiamo essere gli ultimi ad imboccare una strada dettata dal buon senso.
per approfondire: