Autore: Jared Diamond
Info: ed. 2005 - 24 € pp. 566
Secondo Noi:
Parlando delle civiltà del passato, spesso ci viene istintivo pensare che queste abbiano avuto una nascita, un picco di civiltà e poi l’inevitabile declino. Lo facciamo con disinvoltura, eppure dovrebbe sorgerci il dubbio di come mai, società che, applicando una necessaria semplificazione, potrebbero essere paragonate ai nostri sistemi attuali, ad un tratto hanno cessato di essere. A cosa si deve il collasso?
E’ proprio rispondendo a questa domanda che si sviluppa l’intero libro: un saggio scientifico, che di scientifico ha solo l’approccio, avendo un linguaggio molto divulgativo che lo rende facilmente accessibile.
Ripercorrendo gli ultimi anni di vita di popoli come i Maya, gli Anasazi, i Vichinghi o passando a tempi più recenti, analizzando le vicende della Somalia, di Haiti o della Cina il dato che sorprende è la quasi totale sovrapponibilità delle vicende che hanno condotto le prime al collasso e le seconde ad avvicinarsi molto ad un punto di non ritorno.
Il filo rosso che si dipana lungo le pagine di questo libro è che spesso, uno sfruttamento sconsiderato delle risorse dell’ambiente (un sovra-sfruttamento), porta ad un impoverimento del popolo che vi abita ed è poi, talvolta in concomitanza con altri fattori, il primo passo verso carestie, guerre o migrazioni. In poche parole il Collasso.
Diamond, senza mai abbandonare il metodo scientifico che viene tra l’altro abbondantemente spiegato nelle prime pagine del libro (forse la parte un po’ più “scientifica”), traccia un continuo parallelo tra il passato ed il presente, ponendo l’accento sul fatto che quello che noi chiamiamo “progresso” non ci ha portato finora ad evitare o superare alcuno di quegli errori che hanno condannato civiltà importanti del passato ad estinguersi.
Una delle vicende più esemplificative del libro, è quella dei vichinghi in Groenlandia e dei loro “vicini” gli Inuit. Infatti avendo vissuto nelle medesime condizioni ambientali e nello stesso periodo storico, hanno avuto esiti differenti. I primi, nel tentativo di piegare il territorio alle loro esigenze lo hanno impoverito fino a non poterne trarre più il necessario sostentamento. Difatti i Vichinghi applicarono le tecniche di caccia, allevamento e agricoltura utilizzate nel loro paese di origine (la Norvegia), senza rispettare le peculiarità del territorio che tentavano di colonizzare, fino a che questo non ha collassato e loro con esso. Al contrario, gli Inuit, cresciuti in quelle terre, avevano imparato a sfruttarlo senza impoverirlo, a rispettarne limiti e tempi, arrivando fino ai giorni nostri in piena salute.
Ora, dice Diamond, i Vichinghi sbagliarono inconsapevolmente, per loro era naturale applicare le tecniche che nella loro terra natale avevano permesso di prosperare per secoli. Ma oggi noi abbiamo archeologi, paleontologi e storici e scienziati in genere che sono in grado di spiegarci questi meccanismi. Eppure scegliamo di ignorare gli avvisi e gli insegnamenti che ci arrivano da tempi remoti nel tempo, ma non poi così dissimili nei dati essenziali.
Ed ecco appunto arrivati allo scopo del libro, offrire uno strumento critico e di riflessione su quella che è la sfida del nostro secolo: la salvaguardia dell’ambiente. Oggi abbiamo un po’ perso il contatto diretto con l’ambiente che ci circonda, non riuscendo più ad individuare la stretta connessione tra questo ed il nostro sostentamento. Se l’ambiente (e non il supermercato) è ciò che ci dà mangiare, bere e vivere, è appena il caso di sottolineare l’importanza che esso ricopre per la nostra sopravvivenza.
Ed è in un susseguirsi di esempi e paralleli tra ieri e oggi che Diamond ci avverte che se vogliamo evitare il collasso, dobbiamo imparare dagli errori di chi ci ha preceduto.
E’ proprio rispondendo a questa domanda che si sviluppa l’intero libro: un saggio scientifico, che di scientifico ha solo l’approccio, avendo un linguaggio molto divulgativo che lo rende facilmente accessibile.
Ripercorrendo gli ultimi anni di vita di popoli come i Maya, gli Anasazi, i Vichinghi o passando a tempi più recenti, analizzando le vicende della Somalia, di Haiti o della Cina il dato che sorprende è la quasi totale sovrapponibilità delle vicende che hanno condotto le prime al collasso e le seconde ad avvicinarsi molto ad un punto di non ritorno.
Il filo rosso che si dipana lungo le pagine di questo libro è che spesso, uno sfruttamento sconsiderato delle risorse dell’ambiente (un sovra-sfruttamento), porta ad un impoverimento del popolo che vi abita ed è poi, talvolta in concomitanza con altri fattori, il primo passo verso carestie, guerre o migrazioni. In poche parole il Collasso.
Diamond, senza mai abbandonare il metodo scientifico che viene tra l’altro abbondantemente spiegato nelle prime pagine del libro (forse la parte un po’ più “scientifica”), traccia un continuo parallelo tra il passato ed il presente, ponendo l’accento sul fatto che quello che noi chiamiamo “progresso” non ci ha portato finora ad evitare o superare alcuno di quegli errori che hanno condannato civiltà importanti del passato ad estinguersi.
Una delle vicende più esemplificative del libro, è quella dei vichinghi in Groenlandia e dei loro “vicini” gli Inuit. Infatti avendo vissuto nelle medesime condizioni ambientali e nello stesso periodo storico, hanno avuto esiti differenti. I primi, nel tentativo di piegare il territorio alle loro esigenze lo hanno impoverito fino a non poterne trarre più il necessario sostentamento. Difatti i Vichinghi applicarono le tecniche di caccia, allevamento e agricoltura utilizzate nel loro paese di origine (la Norvegia), senza rispettare le peculiarità del territorio che tentavano di colonizzare, fino a che questo non ha collassato e loro con esso. Al contrario, gli Inuit, cresciuti in quelle terre, avevano imparato a sfruttarlo senza impoverirlo, a rispettarne limiti e tempi, arrivando fino ai giorni nostri in piena salute.
Ora, dice Diamond, i Vichinghi sbagliarono inconsapevolmente, per loro era naturale applicare le tecniche che nella loro terra natale avevano permesso di prosperare per secoli. Ma oggi noi abbiamo archeologi, paleontologi e storici e scienziati in genere che sono in grado di spiegarci questi meccanismi. Eppure scegliamo di ignorare gli avvisi e gli insegnamenti che ci arrivano da tempi remoti nel tempo, ma non poi così dissimili nei dati essenziali.
Ed ecco appunto arrivati allo scopo del libro, offrire uno strumento critico e di riflessione su quella che è la sfida del nostro secolo: la salvaguardia dell’ambiente. Oggi abbiamo un po’ perso il contatto diretto con l’ambiente che ci circonda, non riuscendo più ad individuare la stretta connessione tra questo ed il nostro sostentamento. Se l’ambiente (e non il supermercato) è ciò che ci dà mangiare, bere e vivere, è appena il caso di sottolineare l’importanza che esso ricopre per la nostra sopravvivenza.
Ed è in un susseguirsi di esempi e paralleli tra ieri e oggi che Diamond ci avverte che se vogliamo evitare il collasso, dobbiamo imparare dagli errori di chi ci ha preceduto.
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